Questa notte i Miami Heat hanno disputato un intenso incontro con i Detroit Pistons. Miami si è mantenuta in partita, ma il timeout sbagliato da Erik Spoelstra all’ultimo secondo ha sancito la sfortunata sconfitta degli Heat. Spoelstra è stato onesto nel parlare della decisione dopo la partita.
Gli Heat erano in vantaggio sui Pistons per 121 a 119 a 1,8 secondi dalla fine. Cade Cunningham ha avuto il possesso della palla per l’ultimo tentativo di Detroit di segnare da un’azione per pareggiare la gara. Jalen Duren si è staccato da Bam Adebayo dopo uno blocco di un compagno dei Pistons e Cunningham ha lasciato andare un lob morbido sotto canestro per l’inchiodata del 121 a 121.
Erik Spoelstra, arrabbiato per l’azione, chiama un timeout per gli Heat, ma il tempo è scaduto. Gli arbitri hanno quindi assegnato un fallo tecnico a Miami e i Pistons hanno realizzato entrambi i tiri liberi per vincere la partita 123 a 121:
A complete, uncharacteristic meltdown from Heat Head Coach Erik Spoelstra.
First: he gets burned by Detroit’s ATO.
Second: he calls a timeout in frustration, but he doesnt have any left. So he’s assessed a technical foul. Pistons take the lead at the line.
Third: tries to sub… pic.twitter.com/wCtAmMFPjZ
— Rob Perez (@WorldWideWob) November 13, 2024
Ecco cosa ha detto Spoelstra in seguito:
“Ho commesso un grave errore mentale alla fine. È colpa mia. Mi sento malissimo per questo. Non ci sono scuse per questo. Ho 17 anni di carriera. Sapevo che non avevamo più timeout. Mi sono fatto prendere dall’emozione e dalla reattività nell’ultima azione e ho commesso un errore tremendo”, ha dichiarato Spoelstra nel post-partita, tramite Heat Nation su X.
Erik Spoelstra on the timeout:
“I made a serious mental error at the end. That's on me. I feel horrible about it. No excuse for that. I'm 17 years in. pic.twitter.com/TsEemetJGf
— 𝙃𝙀𝘼𝙏 𝙉𝘼𝙏𝙄𝙊𝙉 (@HeatvsHaters) November 13, 2024
A dirla tutta ha anche messo in campo Kevin Love perché pensava che la palla fosse sua e che quindi potesse fare un passaggio a tutto campo ma il possesso era degli avversari. Capita anche ai migliori di sbagliare.
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