BU Awards: Most Valuable Player

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La regular season è finalmente terminata, i playoff stanno per arrivare e, dunque, anche i premi individuali saranno assegnati a breve. Come lo scorso anno, la redazione di BasketUniverso vi propone i suoi BU Awards, un mix di previsioni e pareri personali sui giocatori che saranno premiati o che, almeno, meritano di esserlo. Per ogni premio previsto dall’Nba vi proporremo un pezzo in cui tre dei nostri collaboratori si sbilanceranno con la descrizione e le motivazioni del loro vincitore ideale, completando il tutto con un ipotetico podio. Ognuno si è sentito libero di esprimere la propria opinione, non facendosi condizionare dal pensiero comune o da quella che potrebbe essere l’unica scelta che conta davvero, quella della lega stessa. Non si può non partire dal premio per eccellenza, dall’MVP tanto agognato dai giocatori quanto pronosticato da esperti, tifosi e addetti ai lavori. Poche sorprese sotto questo punto di vista, il dubbio è sempre lo stesso: Harden, o Curry? Curry, o Harden? Oppure, da qualche parte, salterà fuori un Westbrook inatteso? Ecco a voi:

James-Harden-Houston-Rockets-three-celebrationL’MVP secondo Francesco Manzi: James Harden

E’ vero, Stephen Curry ha dalla sua il miglior record, ma anche un roster di primissimo livello. Lo stesso non si può dire degli Houston Rockets, che hanno dovuto fare a meno di Dwight Howard per gran parte della stagione e hanno “promosso” per cause di forza maggior Trevor Ariza a seconda opzione offensiva. L’MVP dovrebbe andare a James Harden per la capacità dimostrata di tenere a galla una squadra mediocre, non tanto in quanto a giocatori ma falcidiata dagli infortuni, fino a portarla ai Playoffs. La sfortuna ha voluto che, per questione di una vittoria, i Rockets siano scivolati dal secondo al quinto posto nella Western Conference, ma non sarà questo a togliere meriti al Barba. Le sue cifre parlano di 27.5 punti (secondo miglior marcatore della NBA), 6.9 assist e 5.6 rimbalzi di media. E a chi parla di percentuali scarse Harden risponde con un buon 44% dal campo, 38% da tre e 87% dalla lunetta, tutte nella media della Lega, se non sopra. L’ORtg (punti ogni 100 possessi della squadra) di Houston con il Barba sul parquet supera di 13.5 punti quello riferito alla sua assenza, anche se, per par condicio, bisogna ammettere che aumenta di 5.3 anche quello degli avversari. Si registra comunque una differenza di +5.3 punti tra Houston e il proprio avversario quando Harden è in campo, che diventa -2.9 quando siede in panchina.

Ah, e poi è anche il più celebre esempio di Stirring Pot!

Seconda posizione: Stephen Curry

Terza posizione: Russell Westbrook

L’MVP secondo Bernardo Cianfrocca: Stephen Curry 

L’Mvp è un premio di delicata importanza, qualcosa che va oltre la semplice etichetta di miglior giocatore della lega più famosa, importante e competitiva del mondo. Si tratta dell’immagine, del volto, della figura che noi pensiamo istantaneamente non appena sentiamo parlare di basket, di palla a spicchi, di canestri e, appunto, di Nba. Essere il Most Valuable Player della Nba significa diventare un marchio, il prodotto migliore, tecnico e mediatico, che si può offrire al momento. Stephen Curry è la nuova faccia e il nuovo simbolo di questa lega, più di quanto lo sia la barba di Harden, la fascia di Lebron o i mille tiri di Westbrook. Il suo tiro da tre punti è simbolo di classe, tecnica, personalità e delirio di onnipotenza, quell’onnipotenza che Golden State ha provato per tutto il corso della stagione, dominando dal primo all’ultimo giorno di regular season. Se è vero che i Warriors possono contare su un collettivo con altre individualità ottime e su un allenatore che ha subito fatto centro al primo tentativo, Curry è sia il motore fondamentale di questa fuoriserie, che la ciliegina sulla torta. E’ciò che rende questa squadra speciale, ma è stato anche il primo fattore che ha permesso a questo gruppo di rendersi superlativo. Il pubblico di tutto il mondo si è divertito ed eccitato ammirando le sue 82 partite ricche di spettacolo, punti, assist, triple, finte, avversari ridicolizzati e, soprattutto, vittorie, perché se ti mancano quelle allora tutto il resto diminuisce d’importanza, fino a non contare nulla. Curry deve essere il Most Valuable Player della stagione perché si è reso iconico come tutti i più grandi e ciò non traspare solo da semplici statistiche, che recitano comunque 23.9 punti, 7.7 assist e 4.3 rimbalzi di media, il tutto condito da un bel 44.2% dall’arco. Scusate se è poco.

Seconda posizione: James Harden

Terza posizione:  Anthony Davis

stephen-curry-nba-orlando-magic-golden-state-warriors-850x560L’MVP secondo Alessandro Palermo: Stephen Curry

Premessa: fin dalle primissime partite NBA, di questa stagione, ho pensato che il premio “MVP” sarebbe dovuto andare a Steph Curry. Probabilmente non ero l’unico a pensarlo, anzi. In molti lo davano già dall’inizio per stra favorito. Poi però, come spesso accade in una stagione così lunga come la NBA, le dinamiche possono cambiare. Nel corso delle partite e col trascorrere dei mesi, sono usciti fuori due giocatori su tutti oltre a Curry: Harden e Westbrook.

Entrambi capaci di far rendere al meglio i propri compagni e di raggiungere ottimi risultati pur giocando in squadre mediocri, rispetto ai fortissimi Golden State Warriors di Curry. Con diversi compagni di squadra infortunati, sia Harden che Westbrook, si sono caricati sulle proprie spalle le sorti di un’intera franchigia, sfornando prestazioni da extraterrestri.

Nonostante ciò il mio voto va a Curry, assolutamente. Facendo un paragone nel calcio vedo Steph come un Totti o un Del Piero: campioni a tutti gli effetti, talento enorme e classe sopraffina… però poi nessun pallone d’oro vinto. Ecco a me viene da pensare: “Se Curry non vince quest’anno il premio MVP, quando lo vince allora?” Non perché sia vecchio (è soltanto un classe ’88, ndr.) o perché non abbia davanti a se abbastanza anni per vincere il premio, ma semplicemente perché ha fatto il possibile per risultare il migliore in questa stagione e ci è quasi riuscito anche nelle precedenti. Più di così Curry non poteva fare, ha fatto di tutto: triple al limite dell’impossibile, assist al bacio per i propri compagni, crossover e giocate alla velocità della luce. Quindi, in conclusione, per il premio MVP della stagione 2014/2015 facciamo il nome di Curry all’unisono. Se lo merita… o vogliamo davvero arrivare un giorno a dire, come per Del Piero, “Eh si, però un pallone d’oro se lo sarebbe meritato”.

Seconda posizione: James Harden.

Terza posizione: Russell Westbrook.

L’MVP secondo i fans: Stephen Curry

 

Redazione BasketUniverso

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