DeAndre Ayton e gli altri “pizzicati” per doping

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La lista dei giocatori NBA beccati dopo aver assunto sostanze proibite è davvero molto lunga e conta al suo interno anche vittime illustri. DeAndre Ayton è solamente l’ultimo in ordine temporale ma come lui anche altri sono risultati positivi all’antidoping, a volte per negligenza, altre scientemente per aumentare il livello delle proprie prestazioni.

Alcuni come OJ Mayo nel 2016 o Tyreke Evans pochi mesi fa sono stati bannati dalla NBA che ha scelto di escluderli per sempre dalla Lega. Il primo contro cui venne assunto questo provvedimento a causa di doping o droghe su Michale Ray Richardson nel 1986 ma lui, così come Lewis Lloyd e Mitchell Wiggins (compagni di squadra ai Rockets e positivi alla cocaina) vennero reintegrati. Il primo ban definitivo per doping, invece, venne preso nei confronti di Chris Washburn, positivo a ben tre test prima di essere cacciato via dalla NBA. Nella lista dei bannati ma che poi sono stati “perdonati” figura anche Chris Andersen: BirdMan fu squalificato a Gennaio del 2006 quando giocava a Denver, tentò di presentare appello (senza successo) ma venne riammesso a Marzo del 2008, firmando per gli Hornets dopo un programma di riabilitazione a Malibu.

Detto di alcuni di questi casi limite, ci occupiamo dei giocatori sospesi per un certo numero di partite.

25 gare

Jodie Meeks

Il terzetto di giocatori fermati per 25 partite è composto proprio da DeAndre Ayton, da Wilson Chandler e da Jodie Meeks. Quest’ultimo è stato accusato di aver assunto ormoni della crescita nel 2018 e ha dovuto saltare i playoff con Washington, da lì in poi pochissimo spazio in NBA nonostante il titolo vinto da comprimario con Toronto. La stessa sostanza che ha “incastrato” Meeks, l’ipamorelin, ha fermato anche Wilson Chandler, beccato in agosto, poco dopo la firma con i Nets. L’ex Clippers e Sixers, fra le altre, ha appena iniziato a scontare la sua squalifica. Oggi la notizia della squalifica di Ayton, trovato positivo a un diuretico.

20 partite

Trio tutto europeo nella lista dei giocatori fermati per 20 partite: Hedo Turkoglu, Nick Calathes e Joakim Noah. L’attuale presidente della federazione turca venne squalificato nel 2013, durante una stagione sfortunatissima per lui: per accelerare il recupero da un infortunio a una spalle gli venne somministrato uno steroide proibito, il metanolone. Il play greco, invece, risultò positivo al tamoxifene sul finale della regular season dell’anno successivo e dovette così saltare i playoff, nei quali i suoi Grizzlies vennero eliminati solamente in gara 7 da OKC. Noah nel 2017 è risultato positivo a un integratore proibito (chiamato LGD-4033) mentre giocava a New York: non è più sceso in campo per i Knicks, con i quali aveva firmato un quadriennale da 72 milioni di dollari e che lo hanno ceduto a Memphis.

15 partite

L’unico a riportare una squalifica del genere è stato Mitch McGary dei Thunder, fermato nell’estate del 2016. Inizialmente la sua squalifica, dovuta all’uso di marijuana, era di solamente cinque gare ma la NBA ne ha aggiunte altre 10 perché il giocatore non stava seguendo correttamente il programma di recupero. Anche al college McGary aveva avuto problemi con l’erba, beccandosi una sospensione di un anno che lo aveva spinto a dichiararsi al draft nel 2014.

Rashard Lewis

10 partite

Il primo fu Darius Miles nel 2008: per tentare di perdere peso e rilanciare la sua carriera, quando si trovava a Portland, assunse la fentermina, una farmaco anoressizzante. L’anno dopo tocca a Rashard Lewis, trovato con una quantità troppo elevata di testorene in Agosto, dovuta a un integratore assunto nella fase finale della regular season precedente. Nel 2011 il primo stop per OJ Mayo, trovato positivo a uno steroide, l’androstenolone, mentre giocava per i Grizzlies. Nel 2015 è stato il turno di Larry Sanders dei Bucks, trovato positivo alla marijuana per la seconda volta dopo quella della stagione precedente: in seguito alla squalifica Milwaukee lo ha tagliato e lui è tornano in NBA solamente per cinque partite con i Cavs nel 2017. Fa parte del club delle 10 gare di sospensione anche Maurice Taylor che ha visto la sua squalifica ridotta a 6 gare, quando giocava per i Clippers. Taylor fu uno dei protagonisti legato a pagamenti illegali e scommesse che travolse l’università di Michigan nel 1996, ha chiuso la carriera in Italia giocando prima per Milano, poi per Treviso e infine per Brindisi.

 

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