Gianmarco Pozzecco, coach dell’Italbasket, sta vivendo un momento professionale a due facce: se dal lato club non è riuscito a dare continuità agli splendidi risultati ottenuti con Sassari nelle stagioni 2019-2021, venendo prima scelto e poi esonerato dall’ASVEL in meno di 3 mesi, con la Nazionale è invece riuscito a creare un gruppo che indubbiamente funziona, soprattutto dal lato umano, e in campo si vede.
Nella giornata di oggi, Gianmarco Pozzecco è intervenuto ai microfoni di DAZN nella puntata di DAZN Got Game, programma dell’emittente satellitare condotto da Matteo Gandini, ed ha parlato della situazione attuale del basket italiano: “Io sono sempre stato abituato a vedere il bicchiere mezzo pieno piuttosto che mezzo vuoto, non mi piace piangermi addosso o lamentarmi, nel mondo dello sport l’ottimismo è indispensabile, poi ognuno di noi sceglie che tipo di strategia usare, ma la situazione attuale è quantomeno interessante.
Ora gli allenatori prima della partita hanno due opzioni: la prima è tipicamente italiana, ovvero lamentarsi delle assenze, degli infortuni e usufruire di alibi che spesso non sono tali, anche se sono giustificazioni sacrosante, per prepararsi un paracadute se i risultati non dovessero arrivare; l’altra è avere rispetto dei propri giocatori, indipendentemente da quelli che hai a disposizione, a prescindere da problematiche o sfighe varie, facendogli vivere la partita al meglio.
Io scelgo sempre la seconda, come quando ero giocatore.
La situazione attuale della pallacanestro italiana, secondo me, è florida: anche se nelle Coppe europee facciamo fatica, ci sono giocatori di 16/18 anni che ho avuto la fortuna di conoscere e seguire che secondo me sono davvero forti. Uno dei problemi più grandi per quanto riguarda la Nazionale, è che i giocatori del presente vengono visti sempre più forti di quelli che non verranno, e invece abbiamo visto che c’è sempre un riciclo. È vero poi che ci sono squadre più o meno forti, ma la Nazionale ha sempre avuto giocatori che gli hanno dato la possibilità di poter competere”.
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