Kevin Garnett è sempre stato molto passionale in campo, in NBA ma anche prima, quando era un liceale. La leggenda di Timberwolves e Celtics non ha mai frequentato il college, venendo scelto con la quinta chiamata assoluta al Draft 1995 dopo aver studiato e giocato alla Farragut Academy di Chicago. Proprio in quegli anni KG ebbe un incontro ravvicinato con le superstar del mondo sportivo di Chicago: Michael Jordan (che si era ritirato pochi mesi prima), Scottie Pippen e Isiah Thomas (nativo della città dell’Illinois, nonostante fosse stato grande rivale dei Bulls).
Garnett ha raccontato questa storia qualche anno fa. Lo stesso giorno in cui scoprì di aver fallito il SAT, un test scolastico attitudinale, per svagarsi KG andò con un amico all’Hilton, nella cui palestra si stava tenendo un allenamento con la partecipazione proprio di Jordan, Pippen e Thomas. Il giovane Garnett non poteva credere di poter ammirare così da vicino quelle leggende, Jordan d’altronde aveva già vinto il suo primo Three-peat. Vedendolo dietro la porta vetrata della palestra e riconoscendolo, visto che KG era già uno dei migliori prospetti dell’Illinois, Jordan lo invitò a prendere parte alla partitella. Pippen, secondo il racconto del giocatore, avrebbe provato ad opporre resistenza senza successo, ritenendo che Garnett fosse troppo piccolo per giocare insieme a loro. Jordan decise, forse provocatoriamente, di dire a KG di marcare proprio Pippen.
Prima azione, prima tripla di Pippen in faccia a un incredulo Kevin Garnett. Il ragazzo però non si fece intimidire e rispose subito l’azione successiva, dando poi libertà al suo caldo temperamento. Stuzzicato con parole poco carine dopo il canestro, Pippen non la prese bene e lui e Garnett furono separati dalla security presente nella palestra. “Ti ho appena visto andare faccia-a-faccia con Scottie Pippen, il miglior giocatore della Lega. Ragazzo, sei pronto ad entrare in NBA adesso” gli avrebbe detto Isiah Thomas a quel punto.
Motivato dalle parole di Thomas, Garnett ha raccontato di essere tornato a casa, di aver chiamato tre agenti e di averne poi scelto uno con un unico obiettivo in mente: entrare in NBA senza passare dal college. Un punto di svolta nella carriera di KG.
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