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Dino Meneghin è sicuro: “In Italia troppi stranieri e tiri da tre”

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Dino Meneghin si appresta a compiere 75 anni e per l’occasione si è raccontato a L’Avvenire.

La leggende del basket italiano ha ripercorso alcuni aneddoti ormai noti della sua carriera: la partita di Serie A contro il figlio Andrea, la scelta degli Atlanta Hawks di cui è venuto a conoscenza solo mesi dopo dai giornali, la Summer League NBA saltata per un infortunio.

Meneghin con l’ironia che lo contraddistingue ha rifiutato l’etichetta di monumento perché “è dove i piccioni fanno i loro bisogni”. Poi ha parlato anche dei problemi della nostra pallacanestro e della Nazionale, criticando l’eccessivo ricorso ad atleti stranieri e tiro da tre punti.

Guardo con molto più piacere l’EuroLega perché la NBA è tutto un uno contro uno con ricerca esasperata del tiro da tre. Questa tendenza purtroppo ormai si vede sempre più spesso anche in Italia. Io ho giocato per diversi anni senza la linea e mi divertivo molto di più, il basket è come un’orchestra: ogni tanto c’è un assolo ma resta una cosa corale. Il nostro movimento soffre la concorrenza di Paesi che sono cresciuti moltissimo. Il problema è che ci sono troppi stranieri, società e allenatori dovrebbero dare più spazio ai giocatori italiani che invece fanno tantissima panchina. La legge Bosman ha stravolto lo sport ma resta il fatto che non lavoriamo abbastanza sui vivai e non siamo abbastanza presenti nelle scuole.

Redazione BasketUniverso

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