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I 3 flop NBA del mese di gennaio

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Quello di gennaio per la nba è stato un mese molto interessante sotto il profilo delle prestazioni individuale. Ne consegue che ci sono state poche cose “deludenti”, anche se le stagioni di Celtics e Kings rischiano di prendere una svolta negativa da un momento all’altro. Ecco allora tre spunti che proviamo ad analizzare.

 

ALL STAR GAME

curry wiggins

Senza nulla togliere alla buona stagione di Wiggins, non è plausibile che il giocatore degli Warriors possa essere un titolare all’All Star Game in programma a Cleveland. Nella Western Conference non mancano di certo giocatori altrettanto validi, se non più meritevoli. Le votazioni per l’All Star Game hanno da sempre creato situazioni surreali, molto divertenti, a volte al limite del ridicolo. Basti pensare al caso di Yao Ming, di Enes Kanter, di Tacko Fall. Anche in Italia qualche anno fa si è verificato un caso simile con la spinta elettorale per Gallinari. Il punto è che finché si tratta di “folklore” va tutto bene, ma quando si supera il limite è un danno per l’immagine della nba e per lo spettacolo che in teoria dovrebbe offrire un evento del genere. Chiaramente per Wiggins non si tratta di folklore, ma rimane una scelta che lascia piuttosto perplessi.

JULIUS RANDLE

NBA Free-Agency 2021 (5/8): New York blinda Julius Randle!

 

Una stagione non propriamente indimenticabile per Randle. L’anno scorso il lungo dei Knicks sembrava aver raggiunto un più che discreto livello massimo di maturazione, affermandosi con il premio di MIP, con la sua prima partecipazione all’All Star Game e l’inserimento nel secondo quintetto All NBA. Quest’anno le cose non stanno andando bene: Randle è alla sua peggior stagione da quando ha lasciato LA per punti realizzati e eFG% (46,5%). A Gennaio le sue cifre sono addirittura calate: appena 16.4 punti con il 40% al tiro. Tanti i passaggi a vuoto, come ad esempio contro gli Spurs (3 punti, 1/7) e i Pelicans (4 punti, 1/9). La difficile stagione che stanno affrontando i Knicks va di pari passo con le difficoltà che sta affrontando il suo giocatore franchigia e servirà un cambio di rotta piuttosto drastico per smuovere la classifica.

 

GRAYSON ALLEN

Grayson Allen si è reso protagonista di un brutto episodio questo mese. Con 5 minuti da giocare nel terzo quarto tra Bulls e Bucks.

Flagrant 2 ed espulsione. Per Caruso gli esiti degli accertamenti hanno evidenziato la necessità di un’operazione al polso dopo la caduta: 6-8 settimane di stop. “Mi ha abbrancato in volo, una cosa senza senso… per fortuna non mi sono fatto male“ – le parole del giocatore di Chicago. Coach Billy Donovan è stato più duro del suo giocatore “Con quella giocata Grayson Allen poteva mettere fine alla carriera di Caruso”.

Per 48 ore in nba non si è parlato d’altro. Quando è entrato in nba nel 2018, Allen vantava già la fama di essere un giocatore sporco. Chi condivide la quotidianità con lui ha subito preso le sue difese. Da coach Budenholzer a Jrue Holiday, passando anche per le parole di Khriss Middleton: “Non penso sia un giocatore scorretto, per noi è stato importantissimo per tutta la stagione anche in difesa, sinceramente è stato deludente vederlo dover lasciare la partita per un solo fallo“.

Allen ha provato a spiegare il suo punto di vista, ma si può affermare con certezza che da qui in avanti sarà difficile riuscire a togliersi questa etichetta per lui.

Giovanni Aiello

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