La NBA valuta nuove regole per evitare grandi firme con i buyout

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Nelle ultime settimane ci sono state alcune operazioni di mercato molto importanti in NBA che non sono state condotte con il metodo tradizionale delle trade. Alcuni giocatori di alto livello, infatti, hanno firmato per delle contender dopo essersi liberati dalla rispettive franchigie ricevendo un buyout.

In altre parole hanno trovato un accordo per ricevere solo una parte dello stipendio dovuto fino al termine della stagione, lasciando subito la squadra. In questo modo il team ha risparmiato un bel po’ di dollari, il giocatore è potuto andare a giocare in un contesto molto più competitivo e le formazioni in lotta per il titolo hanno aggiunto pedine importanti a basso costo.

Andre Drummond ha lasciato i Cavs per trasferirsi ai Lakers.

Così si sono concretizzati i passaggi di Blake Griffin e LaMarcus Aldridge ai Brooklyn Nets o quello di Andre Drummond ai Los Angeles Lakers.

Un trend che sembra non essere piaciuto per niente alle franchigie meno blasonate. Secondo diversi general manager il proliferare di questa pratica abbasserebbe la competitività delle loro squadre nei confronti di quelle dei cosiddetti “big market”. Con questo andazzo, sostengono, attrarre giocatori verso determinate città diventerà sempre più difficile.

Secondo il sempre ben informato Adrian Wojnarowski di ESPN sarebbe già arrivate tante lamentele molto accese al commissioner Adam Silver. Per questo motivo i vertici della NBA avrebbero già iniziato a valutare delle norme per limitare questa pratica. Nel frattempo le “big” si godono i loro innesti low cost per il finale di stagione.

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