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Danilo Gallinari, questa carriera meritava una fine diversa

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Nella mattinata di ieri, Danilo Gallinari ha sorpreso tutti annunciando, tramite i propri profili social, la propria firma con i Vaqueros de Bayamón, la squadra più vincente della BSN, il campionato di Porto Rico. La scelta del Gallo, accompagnata da un messaggio per motivarla, è stata inaspettata: l’azzurro era free agent dalla fine della scorsa stagione, in cui aveva indossato ben 3 maglie diverse in NBA (Washington, Detroit e Milwaukee).

Nel suo post, Gallinari ha spiegato la propria scelta motivandola con la volontà di stare vicino alla famiglia, ovvero la moglie Eleonora Boi e i due figli che vivono a Miami, oltre al fatto di volersi mantenere in forma in vista di EuroBasket 2025, la prossima estate. Anche fatte queste premesse, però, la firma di uno dei più grandi talenti italiani di sempre in un campionato poco competitivo come Porto Rico lascia l’amaro in bocca. Davvero non si poteva concludere meglio una carriera durata quasi 20 anni?

L’ossessione NBA e una promessa tradita

Nel corso degli anni, quando il Gallo era ancora sicuro di uno posto in NBA, non si è mai fatto problemi a dichiarare il proprio affetto per l’Olimpia Milano, squadra che da giovane lo aveva lanciato tra i professionisti. In più occasioni il giocatore si era detto desideroso di chiudere la carriera a Milano, il completamento di un ciclo che lo avrebbe dovuto riportare lì dove tutto era iniziato. La scorsa estate sarebbe stato il momento perfetto per renderlo realtà: a 36 anni compiuti e reduce dalla peggior stagione della carriera, sembrava chiaro che per il Gallo non ci fosse più posto in NBA.

Invece quella NBA in cui aveva militato, con ottimi risultati, per 16 anni si è trasformata quasi in un’ossessione per Gallinari, che tra luglio ed agosto ha ripetuto più volte di escludere con certezza un ritorno in Europa. Nella sua testa c’era solo la NBA, convinto di poter strappare un contratto anche al minimo salariale che gli avrebbe permesso di rimanere negli Stati Uniti, diventati nel frattempo la sua nuova casa. Chi mastica un po’ di NBA probabilmente aveva intuito che un’occasione per il Gallo non sarebbe arrivata: parliamo di un giocatore di 36 anni, senza una garanzia di solidità fisica vista la carriera spesso limitata dagli infortuni, e reduce come detto da una stagione assolutamente dimenticabile. L’azzurro non era riuscito ad avere alcun impatto né a Washington né a Detroit, due delle peggiori squadre della Lega. Franchigie come quelle, in pieno rebuilding, preferiscono investire su ragazzi giovani che possono dare un contributo tangibile oppure, nel peggiore dei casi, essere utilizzati come asset in altri scambi. Le altre, quelle che puntano al titolo o ai Playoff, hanno bisogno di veterani che offrano un certo grado di sicurezze.

Ma anche quando la finestra NBA si è chiusa, con l’inizio della stagione regolare a ottobre 2024, nella mente di Danilo Gallinari è rimasto il chiodo fisso di non tornare in Europa. Piuttosto, meglio Porto Rico.

Porto Rico, un cimitero di elefanti

Arrivati a questo punto, le scelte possibili sembravano due: il ritiro (d’altronde a 36 anni non ci sarebbe stato niente di male) oppure tornare sui propri passi, accettando un’offerta europea. Milano è ancora oggi vigile sul mercato, anche a causa dei numerosi infortuni, e per qualche giorno si è parlato addirittura di un interessamento di Trapani. Perfino i granata, che per quanto siano attualmente primi in Serie A sono pur sempre una neopromossa, parevano poter essere un’opzione più credibile di Porto Rico.

D’altronde, per quanto i Vaqueros de Bayamón abbiano vinto 16 campionati, quello portoricano è pur sempre di un torneo di basso livello. Molto spesso la Baloncesto Superior Nacional ha rappresentato soprattutto un cimitero di elefanti, un luogo dove ospitare gli ultimi spasmi delle carriere di giocatori che hanno avuto, magari anche brevemente, un impatto importante sulla NBA. Negli ultimi anni vi hanno giocato Michael Beasley, Norris Cole, DeMarcus Cousins e Brandon Knight, ma nessuno di loro ha poi vissuto altre esperienze significative nel basket che “conta”.

La mossa di Danilo Gallinari sembra un ritiro anticipato, un modo per ingannare il tempo in attesa di poter indossare per l’ultima volta la maglia dell’Italia sognando la possibilità (remota) di vincere una medaglia all’Europeo. Sempre che riuscirà davvero a indossarla, visto che la post-season in Porto Rico si conclude il 15 agosto, pochi giorni prima dell’inizio dell’Europeo. Ci tocca sperare che il Gallo non arrivi fino in fondo con i suoi Vaqueros, per averlo a disposizione a luglio per l’inizio del ritiro azzurro.

Questa carriera meritava una fine diversa

Tutto questo discorso esula chiaramente dalle motivazioni personali, come la vicinanza alla famiglia, ora distante solo pochi chilometri di Oceano Atlantico. Parliamo solo di basket e di campo, e se ci limitiamo a questi aspetti possiamo dirlo con certezza: la carriera di Danilo Gallinari avrebbe meritato una fine più dignitosa. Per quanto il suo tempo in NBA fosse terminato, siamo sicuri che avrebbe potuto dare un grande contributo a qualsiasi formazione europea, anche in EuroLega.

A Porto Rico troverà un clima sicuramente migliore di quello di qualsiasi città  che avrebbe potuto ospitarlo in Europa, perfino di Trapani che ha un bellissimo mare. Ma la delusione per un finale che poteva essere scritto diversamente, quella resta.

Francesco Manzi

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