Pat Beverley non è mai stato tra i giocatori più brillanti né tra i più informati. Solo pochi mesi fa, chiamato a comporre un quintetto dei migliori colleghi italiani, aveva inserito Andres Nocioni, che è argentino. Nella prossima stagione Beverley tornerà a giocare in Europa, in particolare in Israele, con l’Hapoel Tel-Aviv. Un colpo importante per il club e tra i più importanti, anche economicamente, per il basket israeliano.
L’ex Bucks è stata la punta di diamante di un mercato faraonico dell’Hapoel, mai come quest’anno candidato a spodestare il Maccabi Tel-Aviv in patria e a tentare l’assalto all’EuroCup. Tutto questo nonostante nella zona stia andando in scena da ormai quasi un anno una feroce guerra tra israeliani e palestinesi, un conflitto che dopo i fatti dello scorso 7 ottobre ha assunto ogni giorni più sembianze unilaterali. Beverley non ne è comunque preoccupato, e ha spiegato perché nel suo The Pat Bev Podcast.
“Quando ho preso questa decisione, tutti sono diventati più grandi esperti di cosa sta succedendo nel mondo. È una circostanza divertente. La gente mi dice: ‘Ehi, sai che c’è la guerra?’. Ok, va bene. Ci sei stato? L’hai vista? O parli solo per quello che senti in TV? Mi fa impazzire che tutti si improvvisino reporter della CNN. Sai questo? Sai quello? È tutto ciò che sento. Ho parlato con un americano che ha giocato in Israele, attualmente non fa parte del roster. Mi ha detto: ‘È il paradiso. Andavo in spiaggia ogni singolo giorno per 6 ore al giorno. Esperienza assolutamente positiva, ho giocato a basket in paradiso'” ha raccontato Pat Beverley.
Parole che sicuramente fanno capire bene il grado di ignoranza di Beverley e in generale le situazioni molto diverse che si vivono a Tel-Aviv e nella striscia di Gaza.
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